Se si riduce il numero di componenti fra i vari modelli, in
virtù dell’aumento di parti modulari – dunque intercambiabili -, aumenta
la redditività. E’ l’assioma con il quale i dirigenti
Volkswagen annunciano un significativo
ridimensionamento nelle catene di montaggio del colosso di
Wolfsburg. La notizia, che in questi giorni fa il giro del Web
ed è stata ripresa da Automotive News, indica la
volontà espressa dai vertici Volkswagen di aumentare la
capacità di produrre reddito, mediante un ridimensionamento
della gamma di componenti per i propri modelli. Secondo Hans
Dieter Poetsch, direttore finanziario Volkswagen,
minori componenti fra i modelli più venduti, come la bestseller
Golf o la “compatta” Polo, “Offrirebbero
un significativo potenziale di risparmio”.
Non va dimenticato che
nel 2014 Volkswagen ha raggiunto un volume vendite pari
a 10,14 milioni di veicoli, tenuto conto dei risultati di tutti i
marchi del Gruppo VAG: Volkswagen,
Audi, Porsche, Bentley,
Seat e Skoda; il risultato è arrivato quattro
anni prima del previsto (il traguardo di redditività è fissato per il 2018: il
target fissato è 5 miliardi di euro di ricavi per il 2017, e un risultato
operativo triplicato ad almeno il 6% per l’anno successivo dall’attuale 2,3%
registrato nei primi nove mesi 2014), e ha permesso al Gruppo di mantenere la
seconda posizione fra le Case auto più grandi del mondo, alle
spalle di Toyota. Per mantenere questi livelli, indicano i
dirigenti Volkswagen, è anche necessario intervenire a livello
di componentistica: ad esempio, spiega lo stesso
Poetsch, limitare della metà la varietà di
batterie e dei vari tipi di dispositivi di
illuminazione per l’abitacolo, contribuirà a contenere i
costi. Di più: diminuire del 30% le varianti di gruppi
propulsore per la prossima generazione di Volkswagen
Polo sarà anche questo utile al contenimento delle spese.
Fonte: notiziariomotoristico.com
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