Anche le realtà che animano la filiera automotive si dimostrano attente alle questioni legate alla sicurezza stradale. Un esempio (l’ultimo in ordine di tempo) arriva in questi giorni da GroupAuto, gruppo di acquisto specializzato in ricambi e attrezzature, che ha scelto di dare il proprio sostegno a “Sulla strada giusta”, progetto ideato da Arval con l’obiettivo di affiancare l’Ospedale pediatrico Meyer di Firenze nel supporto ai bambini vittime di incidenti stradali. Va ricordato, a questo proposito, che la collaborazione fra GroupAuto Italia e Arval Service Lease Italia SpA (azienda di noleggio a lungo termine, presente con una flotta di più di 140.000 veicoli) ha avuto inizio nel 2013, con l’individuazione di GroupAuto Italia da parte di Arval come partner strategico, nell’ambito di un rinnovamento delle politiche di gestione e riparazione del suo parco veicoli. Il contratto Arval – GroupAuto Italia ha
previsto una intensa attività di progettazione, revisione e
trasformazione dei processi di gestione, con un impatto importante sui
network di officine e di ricambisti convenzionati.
Più nel dettaglio, “Sulla strada giusta” vuole garantire ai bambini vittime di incidenti stradali un’assistenza pediatrica specifica sempre più all’avanguardia: in questo caso, il Trauma Center pediatrico dell’Ospedale Meyer di Firenze rappresenta il primo sistema organizzato per la gestione e la cura delle lesioni traumatiche pediatriche in Italia e dà risposta a circa 8.000 accessi traumatologici all’anno.
L’adesione di GroupAuto Italia al progetto si concretizza con l’acquisto di attrezzature specialistiche per intervenire nelle emergenze,
in tempi brevi e con modalità non invasive e più efficaci. E’ chiaro
che l’iniziativa intende puntare il dito sull’importanza della cultura sulla strada, intesa come attenzione verso la sicurezza stradale, anche nei confronti degli automobilisti: uno degli obiettivi di “Sulla strada giusta” è la sensibilizzazione di questi ultimi, offrendo loro spunti e consigli pratici per una guida virtuosa e sicura. Tra questi, GroupAuto ricorda l’importanza della manutenzione dei veicoli, che deve essere eseguita in modo corretto e puntuale da autoriparatori competenti, che operino a norma di legge e usando solo ricambi di qualità.
Fonte:notiziariomotoristico.com
mercoledì 4 marzo 2015
Gli italiani e l’auto: i giovani la preferiscono berlina, diesel e a marchio Fiat
Una recente indagine promossa dal portale Web automobile.it e condotta dall’istituto di ricerca GfK Eurisko rivela che, su un campione di 250 automobilisti italiani di età compresa fra 18 e 30 anni, il tipo di vettura preferito è la berlina. Più nel dettaglio, il sondaggio – che prevedeva una domanda sulle esigenze e preferenze per i “baby driver” al momento dell’acquisto di una nuova auto – ha rivelato che la berlina a due volumi (dunque con il portellone) risulta la preferita dal 42% degli intervistati, davanti a citycar e utilitarie (22%) e al segmento SUV, crossover e 4x4 (preferita dal 13% degli intervistati).
D’altro canto, le esigenze di funzionalità e praticità di utilizzo rappresentano “voci” di grande importanza per i giovani che si preparano all’acquisto di un’auto. Che sia nuova o usata non importa, le piccole dimensioni di citycar e utilitarie, i prezzi competitivi e le basse emissioni le rendono il secondo mezzo favorito dai ragazzi (22%) per spostarsi comodamente e trovare velocemente parcheggio. Infatti soprattutto per i neopatentati è di certo la tipologia di auto più maneggevole e meno impegnativa per fare un po’ di pratica. Anche le giovani donne prediligono le autovetture più piccole, indispensabili per potersi muovere tra le superaffollate e molto trafficate vie cittadine e sicuramente più a loro misura (33%).
Riguardo a SUV, crossover e fuoristrada, preferiti dal 13% degli intervistati, in questo caso la scelta nasce da desideri psicologici di tempo libero e avventura: di conseguenza, la necessità di possedere un’auto versatile con la quale affrontare anche condizioni inusuali come percorsi innevati e strade sterrate sono i tratti distintivi del giovane uomo italiano.
Relativamente alle caratteristiche che deve possedere un’auto, il sondaggio automobile.it – GfK Eurisko ha preso in considerazione le più rilevanti: numero di porte, tipologia di motore e tipologia di trasmissione. Il 61% è per l’indiscutibile comodità delle 5 porte. Il 42 % è per risparmiare un po’ sul consumo di carburante optando per il motore diesel e l’82% è per il buon vecchio cambio manuale.
Per concludere, l’indagine di automobile.it e GfK Eurisko si è anche occupata di conoscere quali sono le Case auto verso le quali i giovani automobilisti tendono ad orientarsi. In questo caso, la preferita è Fiat (30%), seguita da Volkswagen (21%) e Audi (19%).Tengono bene ancheToyota (17%),BMW (13%) e Ford (12%).
Fonte:notiziariomotoristico.com
sabato 7 febbraio 2015
I giovani e l’auto: i “baby driver” italiani sono attenti a qualità, prezzo, design ed ecosostenibilità
Lo rivela un sondaggio automobile.it – GfK Eurisko
che ha indagato sulle preferenze dei driver italiani dai 18 ai 30 anni. L’auto
resta il mezzo di trasporto preferito per il tempo libero e per recarsi al
lavoro.
Come guidano i più giovani?
Soprattutto, “cosa” guidano? E come vivono il proprio rapporto con
l’automobile? A queste domande risponde una recente
indagine svolta in partnership dal portale
automobile.it e da GfK Eurisko, che hanno
intervistato un campione di 250 “baby driver” dai 18 ai 30 anni, per i quali
emergono subito alcune “voci” da tenere in considerazione: i giovani
automobilisti italiani indicano che tra i fattori principali
nella scelta di un’auto la qualità è importante, allo
stesso modo del prezzo; altrettanto importanti sono l’aspetto
estetico (il design), che dev’essere funzionale alle proprie
esigenze, e l’ecosostenibilità.Tutti ingredienti che concorrono a formare una precisa identità dei giovani automobilisti di casa nostra, per i quali i tempi si evolvono, ma l’attenzione e l’interesse verso l’automobile restano immutati, quasi facciano parte di un patrimonio genetico ereditato da padri e nonni. In poche parole: cambiano i tempi, ma il mezzo di trasporto più utilizzato resta l’auto (il 61% degli intervistati infatti usa l’auto tutti i giorni o quasi per raggiungere il posto di lavoro, tuttavia c’è anche un buon 51% che la usa per il tempo libero, per uscire con gli amici, per andare a fare sport, per fare shopping e anche per vacanze o weekend fuori porta, visto che il 43% dichiara di usarla almeno una volta a settimana). Come dire: non c’è car sharing, autobus, tram o bicicletta che tenga: per i ragazzi, il mezzo migliore per recarsi al lavoro è la cara e vecchia automobile.
Diversamente, l’auto è meno utilizzata per andare e tornare dall’università: orari più flessibili e la posizione spesso in centro città delle Facoltà permettono ai giovani di andare a lezione con i mezzi pubblici o magari anche a piedi; incide sicuramente anche una minore disponibilità economica degli studenti universitari rispetto ai giovani che hanno un lavoro.
La media del numero di Km percorsi in un anno è di 10.700 Km, un buon dato che va di pari passo con la media generale. Ma su quali strade viaggiano i giovani? Il 71% usa la macchina tutti i giorni o quasi soprattutto in città, il modo più comodo - sfidando spesso il traffico e la ricerca del parcheggio - per andare dappertutto. Il 38% la usa così frequentemente anche per guidarefuori città e solo il 5% in autostrada. C’è comunque un buon 54% che macina Km in autostrada almeno due volte al mese.
Quanto ai fattori che maggiormente concorrono nella scelta di un’auto, per i giovani italiani la “voce” più importante è il buon rapporto qualità-prezzo (48%). Tuttavia, anche l’occhio vuole la sua parte: dopo l’economicità del mezzo, risultano di grande importanza anche la linea, il design esterno e lo stile (42%). Terzo elemento da non sottovalutare è l’affidabilità (36%): un’auto affidabile, che sia nuova o usata, si può guidare per molti anni e ha più garanzie di resistenza. A pari merito con l’affidabilità è il fattore consumi - emissioni: tanto più una vettura consuma, tanta più CO2 emette. Per i ragazzi meglio puntare su un’auto dai bassi consumi, ne risente meno il portafoglio e anche l’ambiente.
Fonte: notiziariomotoristico.com
Volkswagen: obiettivo risparmio per produrre reddito, attraverso la diminuzione dei componenti automotive
Se si riduce il numero di componenti fra i vari modelli, in
virtù dell’aumento di parti modulari – dunque intercambiabili -, aumenta
la redditività. E’ l’assioma con il quale i dirigenti
Volkswagen annunciano un significativo
ridimensionamento nelle catene di montaggio del colosso di
Wolfsburg. La notizia, che in questi giorni fa il giro del Web
ed è stata ripresa da Automotive News, indica la
volontà espressa dai vertici Volkswagen di aumentare la
capacità di produrre reddito, mediante un ridimensionamento
della gamma di componenti per i propri modelli. Secondo Hans
Dieter Poetsch, direttore finanziario Volkswagen,
minori componenti fra i modelli più venduti, come la bestseller
Golf o la “compatta” Polo, “Offrirebbero
un significativo potenziale di risparmio”.
Non va dimenticato che nel 2014 Volkswagen ha raggiunto un volume vendite pari a 10,14 milioni di veicoli, tenuto conto dei risultati di tutti i marchi del Gruppo VAG: Volkswagen, Audi, Porsche, Bentley, Seat e Skoda; il risultato è arrivato quattro anni prima del previsto (il traguardo di redditività è fissato per il 2018: il target fissato è 5 miliardi di euro di ricavi per il 2017, e un risultato operativo triplicato ad almeno il 6% per l’anno successivo dall’attuale 2,3% registrato nei primi nove mesi 2014), e ha permesso al Gruppo di mantenere la seconda posizione fra le Case auto più grandi del mondo, alle spalle di Toyota. Per mantenere questi livelli, indicano i dirigenti Volkswagen, è anche necessario intervenire a livello di componentistica: ad esempio, spiega lo stesso Poetsch, limitare della metà la varietà di batterie e dei vari tipi di dispositivi di illuminazione per l’abitacolo, contribuirà a contenere i costi. Di più: diminuire del 30% le varianti di gruppi propulsore per la prossima generazione di Volkswagen Polo sarà anche questo utile al contenimento delle spese.
Fonte: notiziariomotoristico.com
Non va dimenticato che nel 2014 Volkswagen ha raggiunto un volume vendite pari a 10,14 milioni di veicoli, tenuto conto dei risultati di tutti i marchi del Gruppo VAG: Volkswagen, Audi, Porsche, Bentley, Seat e Skoda; il risultato è arrivato quattro anni prima del previsto (il traguardo di redditività è fissato per il 2018: il target fissato è 5 miliardi di euro di ricavi per il 2017, e un risultato operativo triplicato ad almeno il 6% per l’anno successivo dall’attuale 2,3% registrato nei primi nove mesi 2014), e ha permesso al Gruppo di mantenere la seconda posizione fra le Case auto più grandi del mondo, alle spalle di Toyota. Per mantenere questi livelli, indicano i dirigenti Volkswagen, è anche necessario intervenire a livello di componentistica: ad esempio, spiega lo stesso Poetsch, limitare della metà la varietà di batterie e dei vari tipi di dispositivi di illuminazione per l’abitacolo, contribuirà a contenere i costi. Di più: diminuire del 30% le varianti di gruppi propulsore per la prossima generazione di Volkswagen Polo sarà anche questo utile al contenimento delle spese.
Fonte: notiziariomotoristico.com
Autoveicoli e inquinamento: nel 2014 emissioni di CO2 in lieve diminuzione
Lo rileva Centro Ricerche Continental Autocarro
sulla base dei dati del Ministero dello Sviluppo
Economico.
Si respira un pochino meglio. Nel
2014, indica una recente rilevazione
effettuata da Centro Ricerche Continental Autocarro su dati del
Ministero dello Sviluppo Economico, in Italia le
emissioni di CO2 provenienti dall’impiego di benzina e
gasolio per autotrazione sono diminuite di quasi
800.000 tonnellate: per la precisione, si tratta di 796.563 tonnellate in meno
rispetto all’anno precedente. In termini di paragone, il calo
equivale allo 0,8% dal 2013.Più nel dettaglio, l’analisi dell’intero 2014, indica Centro Ricerche Continental Autocarro, rileva che la diminuzione dello 0,8% complessivo va individuata nel consistente calo delle emissioni da benzina (-3,4%), soltanto in minima parte compensato da un aumento lievissimo delle emissioni da gasolio (+0,1%).
Nel solo mese di dicembre 2014 le emissioni di CO2 da benzina e gasolio per autotrazione sono aumentate di 334.329 tonnellate (il 4,2% rispetto allo stesso mese del 2013), a causa del notevole incremento delle emissioni da gasolio (+6%), che ha ampiamente compensato il calo di quelle da benzina (-0,6%).
Fonte: notiziariovi.com
venerdì 31 ottobre 2014
Ammortizzatori: quanti chilometri durano?
Il chilometraggio non è l'unico parametro da
considerare. Un meccanico dovrebbe anche chiedere al cliente come e dove usa
l'auto, per capire stile di guida, percorsi e condizioni di carico.
La
teoria, avvalorata dalle raccomandazioni degli esperti, ci insegna che
la sostituzione degli ammortizzatori e dei puntoni va
effettuata ogni 80.000 chilometri. A partire da questo
chilometraggio, i test hanno dimostrato che le loro performance degradano
sensibilmente, compromettendo la sicurezza dell'auto. Per molti veicoli,
infatti, la sostituzione di ammortizzatori scarichi e puntoni può migliorare le
caratteristiche di maneggevolezza del veicolo e di comfort. Ma da solo il
chilometraggio non basta.A differenza di un pneumatico, che ruota un certo numero di volte ogni chilometro, un ammortizzatore può comprimersi ed estendersi diverse volte al chilometro su un fondo liscio, o diverse centinaia di volte su una strada con fondo molto sconnesso.
Ci sono altri fattori che influenzano la vita di questo componente: le condizioni della strada, la tipologia di guida e di veicolo, le condizioni meteorologiche, le condizioni di carico, la condizione meccanica generale delle sospensioni e dei pneumatici.
Considerati tutti questi fattori, i produttori consigliano di controllare lo stato di usura degli ammortizzatori ogni 20.000 chilometri e di non attendere mai oltre gli 80.000 per la loro sostituzione.
Se gli ammortizzatori sono usurati, le loro condizioni possono influenzare negativamente anche le prestazioni degli altri componenti del “sistema telaio”.
Fonte: Notiziariomotoristico.com
venerdì 3 ottobre 2014
Sinistri assicurativi: IVASS fa il punto
Poco più di tre milioni. A voler essere precisi: 3.008.863: è
il numero di sinistri stradali denunciati in Italia nel 2012,
su un totale di 41.885.307 unità assicurate. E’ quanto comunica in questi giorni
l’IVASS (Istituto per la Vigilanza sulle Assicurazioni) nella
sua prima relazione antifrode, secondo quanto riportato dal blog
peritiauto.wordpress.com.
Degli oltre tre milioni di sinistri registrati, indica IVASS, ben 400.901 sono stati giudicati “Esposti al rischio frode”, con una distribuzione territoriale che interessa per il 34% l’Italia settentrionale, per il 33% l’Italia meridionale, per il 22% l’Italia centrale e per l’11% le isole; mentre 5.263 (cioè lo 0,2% sulle denunce) sono i sinistri oggetto di azioni penali da parte delle Compagnie assicuratrici. L’IVASS punta il dito sul fatto che il 50% circa dei sinistri del 2012 oggetto di denuncia – querela si concentri al centro – sud: e questo, nonostante che nell’Italia centro – meridionale le autovetture assicurate siano il 18,2% sul totale nazionale e il totale dei sinistri sia il 18,7%. Il fenomeno delle frodi assicurative potrà tuttavia essere arginato grazie a un “cervellone informatico anti – furbetti” che grazie a un indicatore di anomalie (che contrassegnerà ogni sinistro), all’impiego di una banca dati unica e all’incrocio intelligente delle informazioni permetterà di individuare in anticipo i soggetti a rischio. L’obiettivo è una gestione più efficiente nell’individuazione delle frodi; per gli automobilisti, questo si tradurrebbe in una diminuzione del costo della Rc Auto, dal momento che da parte delle Compagnie assicurative non sussisterebbero più i presupposti per applicare premi gravati dall’alto livello di comportamenti fraudolenti. Al momento, il parere favorevole per lo schema di decreto relativo all’istituzione dell’”archivio integrato” contro le frodi assicurative – che sarà istituito presso l’IVASS - è già stato avanzato dal Garante per la Privacy. Compito dell’IVASS sarà la raccolta in un unico database delle informazioni provenienti da numerose banche dati (sinistri, anagrafe testimoni, anagrafe danneggiati, contrassegni assicurativi, archivio nazionale veicoli, Pra) e anche delle informazioni sull’installazione delle “scatole nere”. Il mix di questi dati consentirà all’IVASS il calcolo di un “indicatore di anomalia” per ogni sinistro, relativo al rischio di fenomeni fraudolenti, per poi comunicarlo alle Compagnie di assicurazione coinvolte.
Fonte: notiziariomotoristico.com
Degli oltre tre milioni di sinistri registrati, indica IVASS, ben 400.901 sono stati giudicati “Esposti al rischio frode”, con una distribuzione territoriale che interessa per il 34% l’Italia settentrionale, per il 33% l’Italia meridionale, per il 22% l’Italia centrale e per l’11% le isole; mentre 5.263 (cioè lo 0,2% sulle denunce) sono i sinistri oggetto di azioni penali da parte delle Compagnie assicuratrici. L’IVASS punta il dito sul fatto che il 50% circa dei sinistri del 2012 oggetto di denuncia – querela si concentri al centro – sud: e questo, nonostante che nell’Italia centro – meridionale le autovetture assicurate siano il 18,2% sul totale nazionale e il totale dei sinistri sia il 18,7%. Il fenomeno delle frodi assicurative potrà tuttavia essere arginato grazie a un “cervellone informatico anti – furbetti” che grazie a un indicatore di anomalie (che contrassegnerà ogni sinistro), all’impiego di una banca dati unica e all’incrocio intelligente delle informazioni permetterà di individuare in anticipo i soggetti a rischio. L’obiettivo è una gestione più efficiente nell’individuazione delle frodi; per gli automobilisti, questo si tradurrebbe in una diminuzione del costo della Rc Auto, dal momento che da parte delle Compagnie assicurative non sussisterebbero più i presupposti per applicare premi gravati dall’alto livello di comportamenti fraudolenti. Al momento, il parere favorevole per lo schema di decreto relativo all’istituzione dell’”archivio integrato” contro le frodi assicurative – che sarà istituito presso l’IVASS - è già stato avanzato dal Garante per la Privacy. Compito dell’IVASS sarà la raccolta in un unico database delle informazioni provenienti da numerose banche dati (sinistri, anagrafe testimoni, anagrafe danneggiati, contrassegni assicurativi, archivio nazionale veicoli, Pra) e anche delle informazioni sull’installazione delle “scatole nere”. Il mix di questi dati consentirà all’IVASS il calcolo di un “indicatore di anomalia” per ogni sinistro, relativo al rischio di fenomeni fraudolenti, per poi comunicarlo alle Compagnie di assicurazione coinvolte.
Fonte: notiziariomotoristico.com
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